L’ombrellaio nel vicolo del Piano
espone merce di seconda mano
ma – filo, tela e stecca –
rifà nuovi di zecca
vecchi ombrelli nel vicolo del Piano.
Un po' per ridere, un po' per non morire
L’ombrellaio nel vicolo del Piano
espone merce di seconda mano
ma – filo, tela e stecca –
rifà nuovi di zecca
vecchi ombrelli nel vicolo del Piano.
Il post è ispirato a questa foto, scattata a Toro negli anni Settanta/Ottanta da Lefra (Leonardo Tartaglia, Ripalimosani, 1933)
Nel paese dove abito, l’ombrellaio passa con una giardinetta ogni due settimane, e chiama le donne con l’altoparlante, offrendo i suoi servigi di ombrellaio ma anche arrotino, non solo: afferma di poter sostituire i tubi del gas delle cucine. L’arrotino l’ombrellaio, donne ripariamo i vostri ombrelli, arrotiamo le vostre lame e cambiamo i tubi del gas! Donne, l’arrotino l’ombrellaio!
Bucciadimela! Anche a Toro ogni tanto passa “‘l’arrotino, l’ombrellaio”!!! In un mondo fatto di centri commerciali il suo “richiamo” ha proprio il sapore di tempi andati!un abbraccio a tutti e (per chi riprende oggi a lavorare) buon resto di settimana 🙂 Abigail
Sì certo, oggi abbiamo gli ombrellai tuttofare motorizzarti con tanto di altoparlante. Passano, vanno e vengono come tutti noi. I nostri amici di un tempo, viaggiavano a piedi o con i pulmann. Arrivavano in paese, si sceglievano un angolo di piazza, sciorinavano la mercanza, aprivano la cassetta del mestiere e la sedia, lavoravano e, quando ne avevano voglia, discorrevano pure di questo e di quello. Si aveva allora, tanto di quel tempo a disposizione. Allora si scialava di tempo, solo di tempo e di nient’altro.
Saluti, Paesanino
Mario
…purtroppo gli ombrelli che acquisto di solito non durano che pochi giorni…povero ombrellaio rimasto senza lavoro!
un saluto
Da piccolo pensavo
che da grande avrei fatto l’ombrellaio.
Mio padre mi picchiò:- Muori di fame!
Risposi: – Perché adesso che facciamo?
Lo dissi a zio Francesco,
che l’avrei fatto anch’io, l’ombrellaio.
Mi disse: – Figlio mio, stai proprio fresco.
Fatti prete, senti e me, o prendi il saio!
Gli dissi: – Zio Francesco,
voglio girare il mondo da ombrellaio,
non me ne importa niente se sto fresco,
voglio girar con te: facciamo il paio!
Gli dissi: – Zio Francesco,
fammi venir con te, vedere gente,
Che me ne frega se poi sopra il desco
c’è poco da mangiare o quasi niente…
Ma mi feci ammosciare,
non sono diventato un ombrellaio,
sono rimasto a casa ad invecchiare
né sono prete, né del frate ho il saio.
Sì, mi feci ammosciare,
non l’ho mai visto il mondo nè la gente,
sono rimasto a casa ad invecchiare
e sulla tavola non c’è mai niente…
L’Altropoeta
Artigiani ormai sempre più rari,
come lo ciabattino, il sarto,
in un epoca, la nostra, dell’usa e getta.
ops…
lo ciabattino o il ciabattino?
eheheheheheh
Sono professioni che ormai sono in via di estinzione a causa del consumismo usa e getta targato ipermercato. Io ricordo la figura dello Scarparo…il classico maestro calzolaio che lo trovavi nei vicoletti di città come Lanciano intento al suo lavoro tramandato di padre in figlio (senza istituti professionali specializzati). Un saluto Paesanino. Duca.
L’arrotino nella Calle dei Mori
lancia a tutta gola richiami canori
e armato di pazienza e della mola
fa il filo al coltello e alla signora
quell’arrotino in Calle Mori.
Bisognerebbe ridare, oggi, il giusto valore a professionalità come quella antica dell’ombrellaio, che è stata affiancata col tempo e per esigenze di mercato, sempre più ad altri mestieri (arrotino, riparatori di cucine a gas, ecc…)
È bello rispolverare antiche figure di artigiani, soprattutto se corredate da foto storiche, come questa da te postata, Paesanino.
Complimenti e a presto.
Incanto lirico
Grazie e saluti a tutti: in particolare, un saluto ad Altropoeta e ad Ecate, che hanno risposto, come si suol dire, per le rime.
bei quadri
L’ ombrellaio, l’arrotino, il calzolaio….tutti scomparsi….ed insieme a loro e’ scomparso anche quel grosso uomo nero che si aggirava gridando per le vie e rue di Toro, con la faccia sporca di fuliggine , con occhi e i denti bianchissimi. Era un bravo uomo anche se a noi bambini faceva paura…….Era lo spazzacamino.
Ti saluto paesanino
Peppe